domenica 10 maggio 2020

#14 Domesticare nell'Ottocento

Gli animali domestici sono quelli allevati in un'economia domestica e utilizzati in agricoltura. L'allevamento crebbe in maniera esponenziale durante il diciannovesimo secolo con l'aumento del patrimonio bovino circa nel 1850. L'intero patrimonio zootecnico aumentò di conseguenza e anche gli equini seguirono un andamento analogo
Il raddoppio del numero dei suini fra il 1850 e il 1914 è ampiamente riconducibile alla "fame di proteine" manifestata dalle città in rapida espansione. Diminuì invece massicciamente il numero degli ovini, sempre più confinati in terreni marginali a causa della soppressione del maggese ed esposti alla concorrenza delle importazioni d'oltreoceano. Il medesimo fenomeno si verificò anche per i caprini, che persero la loro funzione di "mucca dei poveri" a causa dei salari in aumento e della stagnazione del prezzo del latte.
Sebbene la coltivazione delle piante per l'alimentazione umana e per gli animali risalga all'epoca preistorica e una prima idea di giardino possa farsi risalire ad un grafogramma sumero del 3000 a.C.
Tipicamente inglese, negli anni 20 dell'800 si sviluppò il giardino detto "gardenesque" che tendeva a enfatizzare le curiosità botaniche e l'approccio del collezionista. Nuove piante, come l'erba Pampa, vennero per la prima volta addomesticate.
"Il giardino all’inglese e quello romantico sottendono ad un nuovo concetto di spazio dedicato al giardino che non è più quello chiuso delle comunità monastiche e nemmeno quello aperto e infinito della monarchia: è un nuovo concetto di giardino che si inscrive nello sviluppo economico e sociale della città, sotto la spina della rivoluzione industriale."

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